Diritto d’autore? Ci piace pensarlo come un problema non del tutto… negativo
Spesso uno dei motivi di incomprensione fra il fotografo che ha effettuato il servizio di nozze e gli sposi riguarda la proprietà dei negativi su pellicola o dei files digitali
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A volte gli sposi pretendono la consegna mentre i fotografi di matrimonio la negano in una sorta di tira e molla: sarebbe meglio evitare incomprensioni, soprattutto per non guastare il ricordo di un giorno tanto importante.
Vediamo cosa dice la legge in fatto di tutela dei diritti d’autore: sono di proprietà degli sposi o del fotografo di matrimonio?
La legge sul diritto d’autore prescrive che in assenza di patti scritti fra le parti, gli originali appartengono al 50 per cento ad entrambe le parti. Per cui negativi e files possono essere custoditi presso lo studio del fotografo di matrimoni sempre nel rispetto delle norme sulla privacy (non può avvenire pubblicazione senza assenso) ed è giusto che gli sposi non ne pretendano la consegna incondizionata ma la richiedano dietro un giusto corrispettivo. In materia, esiste però, una sentenza della Corte di Cassazione del 28 giugno 1980 che recita: “Nell’ipotesi di ritratto fotografico eseguito su commissione, il committente, per le fotografie di cose in suo possesso, non acquista il diritto esclusivo di utilizzazione della fotografia, il quale rimane al fotografo, pur concorrendo con quello della persona fotografata o dei suoi aventi causa di pubblicare e riprodurre liberamente la fotografia medesima, salvo il pagamento al fotografo di un equo corrispettivo nel caso che la utilizzino commercialmente. Nell’ipotesi indicata, pertanto, ove manchi un diverso patto, deve ritenersi che il fotografo conserva la proprietà del negativo e non è tenuto a consegnarlo al committente”. Visto che però la legge sul diritto d’autore riconosce agli sposi la facoltà di usare le immagini e anche gli originali, ciò significa che questi ultimi, in assenza di patti scritti, restano correttamente al fotografo, il quale, tuttavia, su richiesta e dietro pagamento deve consegnare gli originali agli sposi che li vogliano riscattare. In assenza di accordi differenti, il valore dei negativi o files originari deve essere determinato in percentuale al costo complessivo, ed in proporzione inversa al tempo trascorso dall’evento o cerimonia fotografata: quindi, più è stato alto il prezzo del servizio, maggiore sarà il costo dei negativi; più tempo sarà passato dal matrimonio, minore sarà il prezzo stesso. I negativi, o le copie di risoluzione adatta alla stampa, non possono essere consegnati automaticamente, ma devono essere oggetto di una trattativa economica separata visto che rappresentano la matrice con cui si esercita il diritto di riproduzione. Tanto più recente è la data di realizzazione del servizio, tanto più elevato è il valore di riscatto per i negativi originari che può passare dal 25-30 per cento ad un anno dalla cerimonia al 5-10 per cento a distanza di 10 anni dall’evento. Le percentuali non sono tuttavia vincolanti, poiché ogni fotografo ha la facoltà di applicare prezzi a sua discrezione, purché pattuiti con gli sposi. La consegna di files digitali a media o alta risoluzione è assimilabile alla consegna della matrice con cui esercitare i diritti di riproduzione (cioè gli originali) e quindi e’ soggetta alle medesime regole. Trattandosi però di una cessione non in esclusiva, il valore commerciale delle copie dei files è inferiore a quella degli originali. Nel caso in cui però vengano distrutti, o consegnati con garanzia della non esistenza di altre copie di lavoro, la valutazione è identica a quella degli originali fotografici analogici. Le valutazioni, sempre in maniera orientativa sia ben inteso, si aggirano sul 15 per cento del costo complessivo (se copie dei files originali) per passare al 30 per cento (se non esiste copia) ad un anno dalla cerimonia fino al 5-10 per cento a 10 anni dalle nozze.
Le posizioni rispetto a questo discorso sono molte e talvolta completamente opposte a seconda del fotografo di matrimoni a cui ci si rivolge.
Alcuni fotografi di matrimonio, infatti, scelgono di consegnare tutti i files originali delle foto del servizio matrimoniale ma in bassa risoluzione con formato 13×18. Questa è una forma della tutela della professionalità del fotografo e nello stesso tempo gli sposi sono liberi di stampare le foto dove ritengono opportuno, ma se vorranno ottenere il risultato migliore dovranno rivolgersi per forza all’atelier che ha effettuato il sevizio. Per quanto riguarda il video di nozze, invece, generalmente viene consegnato il montato su dvd o mini cd per telecamerine e anche tutto il girato senza tagli. E’ giusto, infatti, che gli sposi abbiano il diritto di rivedere scene, parenti e amici che non sono compresi nel filmato che viene montato e consegnato al termine del lavoro. Altri studi hanno invece nella loro filosofia quella di premiare il cliente che li ha scelti, per cui vengono consegnati gli originali su dvd, a fine servizio, in risoluzione massima. Stessa linea di condotta viene tenuta per quanto riguarda il video, consegnando tutto il girato oltre al montato. Ma altri fotografi hanno posizione totalmente opposte e non consegnano negativi o files originali. O meglio: li danno a richiesta, in alta risoluzione, dietro corrispettivo. In questo modo, a loro avviso, tutelano la loro professionalità e il diritto d’autore sull’immagine. Chi garantisce, infatti, che regalandoli il lavoro del professionista venga rispettato da un altro fotografo? Discorso analogo per il filmato: se gli sposi lo richiedono consegnano tutto il girato su cd in alta risoluzione. Altro atteggiamento è quello degli studi che vendono gli originali dopo il servizio fotografico impressionando sui files dei metadata (una sorta di codice identificativo) per far riconoscere l’autore delle foto. In questo modo viene tutelato il diritto d’autore. Gli sposi possono acquistare dunque gli originali e farli stampare dal professionista che più preferiscono, ma non possono pubblicare le foto su riviste o giornali o per farsi pubblicità. L’uso è esclusivamente privato, quindi, e non commerciale.
Come vedete esistono posizioni opposte su un argomento comune che spesso ha acceso polemiche tra sposi e professionisti dell’immagine fotografica. Ascoltando le loro argomentazioni si può constatare che esistono validi motivi a suffragio dell’una come dell’altra tesi, per cui non resta che scegliere la politica che si ritiene più vicina al proprio modo di vedere le cose: con un minimo di chiarezza sarà poi facile andare d’accordo.