Paese che vai… nozze che trovi!
Scoprire le tradizioni di paesi lontani è sempre positivo. Il settore “wedding” non fa eccezioni. In terra straniera ci sono usanze particolari e a volte curiose, molto diverse dalle nostre.In terra straniera ci sono usanze particolari e a volte curiose, molto diverse dalle nostre.

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In Italia la tradizione matrimoniale più conosciuta vuole che la sposa nel grande giorno indossi qualcosa di blu (simbolo di purezza), qualcosa di vecchio (a simboleggiare la vita passata che non deve essere dimenticata), qualcosa di nuovo (come segno della nuova esperienza), qualcosa di prestato (che rappresenta l’affetto ed il rispetto delle persone più care) e qualcosa di regalato (rispetto di chi appoggia il matrimonio). Il nostro paese poi è talmente ricco di folklore locale che ogni Regione, soprattutto al Sud, ha i suoi riti che ritornano dal passato anche se ormai sono poche le coppie che li rispettano.
In Salento, ad esempio, esistevano tradizioni che accompagnavano tutte le fasi dell’amore di coppia, dal corteggiamento sino alla prima notte di nozze con prove da superare, l’intermediario che recapitava a lei i messaggi di lui, la dote e il corredo, tanto per citarne alcune. Oggi queste usanze (oseremo dire, per fortuna) sono scomparse.
Ma come ci si sposa negli altri paesi del mondo?
Tradizioni di nozze diverse e lontane dalle nostre, a partire dai colori, fino ad arrivare a luoghi e comportamenti, per noi incomprensibili.
In Australia la cerimonia è molto sfarzosa e celebra la gioia di stare insieme con centinaia di invitati. Le coppie di sposano in genere molto giovani perché possono beneficiare per legge, di un assegno statale per cominciare una nuova vita.
In Cina è assolutamente bandito il bianco, colore nefasto, simbolo del lutto. La sposa deve osservare un rigido protocollo per tutto il giorno delle nozze: stare muta e digiunare. In questo caso nessuno osi ricordarle la classica frase: “Il giorno più bello della tua vita”.
In Giappone invece devono essersi fatti due conti e delle tradizioni romantiche di secoli ne hanno fatto un affare commerciale. Pare esistano grandi alberghi che offrono pacchetti completi di cerimonia e ricevimento, con tutti gli ammennicoli della tradizione scintoista: dai troni, al tempietto, ai kimono per la sposa, (uno bianco per la cerimonia e uno rosso per la festa). Durante la cerimonia la sposa porta in testa un panno bianco ripiegato che simboleggia l’intenzione di non mostrare gelosia verso il marito.
Restando in tema di colori, anche in Vietnam è vietato andare all’altare abbigliati di bianco visto che anche per i buddisti è il colore del lutto. Predomina invece il rosso, anche nelle decorazioni e nei regali.
E’ invece la città, con la sua cornice naturale, nello specifico i parchi cittadini, a far da location alle cerimonie di nozze che si svolgono in Corea del Sud. Lo sposo, accompagnato dal suo corteo, arriva a cavallo mentre la sposa lo raggiunge sedendo in una portantina chiusa che ha il compito di nasconderla a sguardi troppo audaci.
In India invece si seguono le leggi della religione induista che impone le nozze nel mese di ottobre in concomitanza con le grandi celebrazioni per onorare la vittoria del Bene sul Male. Decine sono i matrimoni che si susseguono ogni giorno con festeggiamenti che durano settimane nei grandi alberghi dove gli sposi siedono sul trono, incoronati di fiori gialli, simbolo di buona fortuna mentre parenti e amici li ricoprono di petali. Intorno a loro è un tripudio di cavalli bianchi ed elefanti riccamente bardati: sono ancora fiori e frutti i protagonisti delle cerimonie.
Matrimonio e amore rivestono un’importanza fondamentale: molte sono le preghiere alle divinità della fecondità per avere in dono un futuro ricco di bene.
Blu, rosso, verde, bianco e giallo: questa la cinquina di colori che caratterizza le nozze in Tibet dove si appendono nastri di queste tonalità sulla porta della casa dello sposo e altrettanti vengono cuciti sull’abito di lei e agitati dagli invitati durante il corteo. Una curiosità: gli invitati non possono regalare scarpe alla coppia, a meno che non vogliano portare sfortuna augurando una pronta separazione.
Molto suggestivo il rituale della Polinesia, simile ad una festa di paese. Dopo essere giunta, tramite un viaggio in canoa, al Tiki Village dove si celebra la cerimonia, la coppia si lascia andare a massaggi, body-painting e vestizione con pareo tradizionali, presentandosi successivamente di fronte al capo della comunità per giurarsi amore eterno. Prima della processione adagiati su sedie regali ed assistere ad esibizioni spettacolari di canti e danze, i neo sposi ricevono il nuovo nome haitiano e un certificato di matrimonio stilato su corteccia di palma.
Ritornando in Europa vale la pena accennare ai matrimoni celebrati secondo il rito celtico (chiamato handfasting), che non ha valore legale, ma che, seppur esclusivamente folkloristico, è ricco di significato. Gli sposi si tengono le mani legate da una corda cerimoniale che rappresenta il loro vincolo di unione. In Scozia si utilizzava, ad esempio, un pezzo di tartan di famiglia.
Molti accessori delle nozze celtiche sono ancora utilizzati in Irlanda e in Gran Bretagna.
Merita una citazione l’anello di Claddagh che rappresenta due mani che stringono un cuore per simboleggiare l’amicizia, la corona, la lealtà o fedeltà e ovviamente l’amore. Il modo di indossare l’anello cambia anche a seconda dello stato civile. I single lo portano sulla mano destra con l’immagine rivolta verso l’esterno come per dire “Sono disponibile” mentre i fidanzati, lo portano sulla mano sinistra con l’immagine rivolta verso l’interno come simbolo di chiusura.
Altri simboli del matrimonio celtico sono i disegni knotwork, con una o più linee continue (più sono fitte e più proteggono contro il male) da riprodurre negli arazzi appesi nella sala al ricevimento o nei calici per brindare e il “lovespoon”, ossia il cucchiaio dell’amore, di legno intagliato a mano che lo sposo donava come pegno alla sua metà.